Dal 14 gennaio sarà applicata anche in Italia la direttiva europea SUP (Single Use Plastic) perciò stop alla vendita di molti articoli monouso in plastica!!!
Già da un po’ si sta operando nel tentativo di ridurre il più possibile il consumo di tali prodotti e ottimizzarne il recupero.
Bastoncini cotonati, posate, piatti, bicchieri, cannucce, aste da attaccare a sostegno dei palloncini, contenitori di bevande e alimenti in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi; molti sono i prodotti di cui è già stata vietata la vendita, salvo rimanenze immesse sul mercato prima dell’obbligo di legge, ecco perché li ritroviamo ancora in vendita.
La strada è ancora lunga per arrivare ad azzerare il consumo di plastica derivato esclusivamente da origine fossile.
Una scorciatoia possibile passa per le bioplastiche, anche se non sono tutte al 100% bio, ma sono sicuramente meglio dell’impiego di materie prime di sola fonte sintetica.
Cos’è la bioplastica?
La bioplastica è un tipo di plastica derivata da materie prime rinnovabili come amido di mais, grano, latte. Pensata in particolare per gli imballaggi alimentari, e’ un’alternativa sostenibile alla plastica tradizionale poiché ha la caratteristica di essere sia degradabile che compostabile, ciò significa che l’ imballaggio è in grado di decomporsi in tempi brevi e può quindi essere differenziata nell’ umido organico.
Il difetto è che egli alimenti che entrano a contatto con gli imballaggi in bioplastica, se ci rimangono troppo a lungo, finiscono con subire contaminazione e per questo la data di scadenza non è tanto per la bevanda o il cibo contenuti quanto per l’ involucro plastico.
È un buon prodotto, ma c’è e ci sarà di meglio visto che il sostenibile e sostenuto green attira l’attenzione di tutti.
Molte università ricercano studenti ingegnosi per nuove rivoluzionarie soluzioni perchè sostituire la plastica è una necessità, abolirla è doveroso. Ecco quattro proposte curiose e innovative per sostituire la plastica monouso.
1) Tre studenti londinesi Rodrigo Gonzalez, Pierre Paslier e Guillaume Voucher hanno inventato una contenitore morbido edibile che potrebbe aprire nuovi scenari per i packagin delle bottiglie. Il contenitore è composto da una doppia membrana gelatinosa ricavata dall’alga bruna e dal cloruro di calcio. L’alga bruna cresce molto velocemente e non ha bisogno di acqua dolce o fertilizzanti: è naturale. In queste gelatine si possono incapsulare porzioni monodose d’acqua, salse o succhi. Notpla è il nome della start up che produce questo materiale biodegradabile naturalmente in 4-6 settimane. Inoltre ovviamente non rilascia micro plastiche nell’ambiente ne’ veleni nelle falde acquifere e… permette micro dosi di cocktail d’asporto!
2) Un’altra proposta interessante arriva dall’ Indonesia, si chiama Ello Jello ed è un bicchiere edibile realizzato anch’esso con alghe marine.
3) A questo punto manca solo la cannuccia per sorseggiare il nostro cocktail… e così ci viene in soccorso Loliware da New York. Una società che già da 10 anni produce usa e getta carbon free. Altre valide proposte oltre alle cannucce di carta sono le cannucce di metallo o di bamboo.
4) Manca solo il limone, magari quello già mezzo tagliato che si porterebbe con la pellicola. Ci hanno pensato in Svizzera: un rivestimento protettivo per frutta e verdura del tutto ecologico a base di sansa ovvero una miscela di noccioli, polpa, buccia di frutta e verdura che viene trasformata in una membrana cellulosa che avvolge il nostro limone apportando anche una dose extra di antiossidanti e vitamine.
Ora il cocktail è perfetto…non ci resta che godercelo!!!
Scegli sano, scegli sostenibile.